lunedì 14 aprile 2014

L'OPERA D'ARTE E LA SUA CONCETTUALITA'. IL GIUSTO APPROCCIO ALL'INTERVENTO DI RESTAURO CONSERVATIVO

L'OPERA D'ARTE E LA SUA CONCETTUALITA'. IL GIUSTO APPROCCIO ALL'INTERVENTO DI RESTAURO CONSERVATIVO


L'Opera D'Arte necessita di Restauro Conservativo?
Interventi ammissibili: conservazione, demolizione, integrazione.
Utilizzo di tecniche tradizionali.
Materiali naturali da adoperare.
Quanto tutto questo, erroneamente interpretato, può incidere radicalmente in un intervento di Restauro?

Un possibile schema di lavoro, perseguibile, per delineare quali possano essere le tracce fondamentali da seguire per un giusto approccio ad un progetto di Restauro è quello appresso enunciato.
I punti nodali:
- il progetto generale;
- la scelta dei materiali da adoperare per l'Opera da Restaurare.
Tutto è cosa assai complessa.
I protagonisti dell'Opera da Restaurare sono sicuramente:
IL COMMITTENTE, IL PROGETTISTA, L'IMPRESA ESECUTRICE.
Proviamo ad identificare una metodica semplificata da seguire.




SULLA METODOLOGIA di PROGETTO


Il Riconoscimento dell'Identità dell'Oggetto d'Arte che deve essere Restaurato è cosa necessaria.

La giusta interpretazione dell'identità mirerà anche alla possibilità di contestualizzare correttamente l'Opera nel suo territorio.
Come più volte sottolineato, la natura morfologica, consapevolmente interpretata, rappresenterà la garanzia certa di una valida schematizzazione di progetto.
Lo Stato di fatto dell'Opera sarà dedotto attraverso lo studio e le analisi:
- delle sue stratificazioni,
- delle sue patologie di degrado.

Entrambi gli studi serviranno a definirne l'essenza dell'Opera..
La corretta interpretazione stratigrafica, aiuterà a percorrere la crescita evolutiva dell'oggetto da restaurare e darà modo di stabilire:
- la matrice generatrice appartenente alla nascita del manufatto stesso,
- la percorribilità delle sovrapposizioni che nel tempo si sono succedute, dopo la nascita del manufatto stesso, rappresentate dalle possibili diverse integrazioni una per ogni complemento aggiuntivo non coevo a quello primario.

Questa metodica, correttamente perseguita, permetterà di definire le basi necessarie per la comprensione di:
cosa mantenere e cosa eliminare nell'intervento di Restauro.
Le scelte progettuali che scaturiranno da una scrupolosa ed attenta analisi definiranno anche i limiti e gli interventi ammissibili.
Le tematiche di studio consapevolmente applicate serviranno anche a motivare le scelte adoperate. Queste scelte potranno e dovranno essere giustificabili e correlabili alle tematiche d'analisi sviluppate.

E' chiaro come sia complesso definire una direttiva metodologica progettuale per un intervento qualitativo di salvaguardia.

IL COMMITTENTE
La conoscenza, la sua sensibilità, rappresentano dati fondamentali sui quali tutto l'intervento ruoterà.

SUL PROGETTISTA
Il Progettista inteso come soggetto competente e sensibile nell'intervento di Restauro Conservativo.

Qualcuno potrà sostenere ( come in una tavola rotonda tra professionisti è accaduto) che le direttive definite dagli strumenti normativi non posso sostituire l'operato e l'intelletto del soggetto Progettista Conservatore e Restauratore.
Appunto condivisibile .

La Competenza e la Sensibilità della figura professionale alla quale viene consegnata l'opera, necessita sia alimentate da capacità maturata, costantemente, attraverso contenuti che non troveranno riscontro nella mera applicazione della Carta dei Principi per il Restauro ma nella summa data da concetti sostanziali assai importanti come:



la maturità culturale, la maturità intellettuale, la maturità tecnica più consona all'opera,
il rispetto di ciò che la Storia rappresenta, devono appartenere al Conservatore che avrà la fortuna ed il privilegio di intervenire sull'Opera.

Bisogna, oltremodo sottolineare, che i principi del Restauro Conservativo devono essere frutto di sintesi maturata che caratterizza il DNA dello stesso Conservatore.
IL Conservatore ha l'obbligo di ricordare che è il soggetto definibile come:
colui che è chiamato ad interpretare, osservare, conservare e tramandare l'Opera;
il suo intervento non sarà quello che, nella sua intima interpretazione, farà diventare l'Opera la manifestazione di se';
il suo operato dovrà definire invece, attraverso capacità scientifica, la salvaguardia della storia che l'Opera racchiude anche attraverso lettura di continuità nel rispetto del Restauro da affrontare.

CONSIDERAZIONI
Da quanto fin qui esposto sono maturati, nella scrivente, due principali e sostanziali elementi, e vale la pena sottolineare:
- la Storicità del Manufatto intesa come Opera che racconta anche ciò che l'Uomo è Socialmente,
- l'Essenza Strutturale del Manufatto, intesa come
Sostanzialità Materica che non prescinderà mai da ciò che l'Opera stessa rappresenta.

In virtù di quest'ultima affermazione non è pretenzioso dichiarare che un Conservatore-Restauratore deve operare secondo una scala metrica che definisca, in fase progettuale, un rapporto diretto tra "opera e sociale storico":
- quanto più l'Opera è vicina o prossima ad un vincolo meramente storico e monumentale, quanto più quest'Opera è distante dalla sua fruibilità-funzionalità quindi definibile come effige, tanto più saranno ristrette e limitate le possibilità, per colui che interviene, di adoperare modifiche.

Resta da sottolineare che in qualunque caso la
Sostanza Materica costituente l'Opera, resta e resterà l'elemento nodale per un sano intervento di Restauro Conservativo: sia che l'opera debba essere conservata come effige, sia che debba mantenersi o trasformarsi anche in opera usufruibile.

NOTE RIASSUNTIVE
Le premesse fin qui esplicitate sottolineano quanto sia complesso argomentare tematiche che definiscano le scelte progettuali da perseguire; ancora come le tecniche esecutive ed i materiali appropriati da adoperare siano di assoluta complessità, principalmente, perché queste non definiscono una mera applicazione esecutiva ed estetica concretizzata da semplice riscontro formale e cromatico.
In considerazione di ciò diremo che un sano Progetto Conservativo perseguirà sempre:
- la sostanziale comprensione morfologica dell'Opera e la natura materica che la compone,
- le tecniche e i materiali naturali, necessari per il Restauro dell'Opera, essi rappresenteranno sempre ed in ogni caso i riscontri nodali necessari per definire e perseguire un qualificato intervento,
- lo studio attraverso la stratificazione materica, che servirà a definire anche le porzioni non coeve alla nascita dell'opera, determinerà progettualmente cosa mantenere e cosa eliminare,
- le scelte tipologie d'intervento e dei materiali saranno identificati dalla caratterizzazione dell'Opera ed il suo territorio, le scelte dei materiali naturali da applicare avranno contenuto mineralogico conforme alla natura dell'opera stessa,
Potrebbe sembrare eccessivo aver delineato, una così articolata argomentazione, solamente per tracciare i possibili percorsi da seguire per le scelte che finalizzano anche: le tecniche e i materiali naturali da adoperare e applicare conformi all' intervento di Restauro;
risulta invece ovvio come quanto fin qui accennato, evidenzi la necessità di scelte scientifiche e fortemente finalizzate, che non possono scaturire da superficiali interpretazioni meramente speculative, che spesso non hanno niente a che vedere con i concetti pertinenti alle Opere d'Arte da Restaurare e Conservare.

E' evidente come sia possibile, comunque, semplificare e definire l'Opera che necessita d'intervento come:
- oggetto che mantiene la funzionalità ma che riveste interesse storico,
- oggetto che definisce attraverso la sua effige l'essenza esplicitata in Opera d'Arte.

Si comprende quanta difficoltà ci sia nella giusta interpretazione sull'intervento di Restauro, soprattutto quando si devono fare i conti con realtà commerciali.
Il rischio maggiore si ha quando individui, semplici mercenari, interpretano l'intervento di Restauro come una buona occasione speculativa.
Necessita, quindi in conclusione, aggiungere un elemento fondamentale a tutela e salvaguardia delle Opere che necessitano di interventi per il loro mantenimento in vita:
- la cultura, la conoscenza, la consapevolezza e l'unico freno possibile che possa garantire e ridurre al minimo l'errore umano,
- la Committenza la proprietà, il gestore dell'Opera è il primo responsabile di una cattiva interpretazione ed esecuzione.
Tutto spesso si concretizza e si definisce nella piattezza e nella illusorietà di una verifica di spesa, ma molto spesso la qualità di un intervento consapevolmente progettato, elaborato ed eseguito, produce elevati benefici perseguibili con costi accettabili e conformi alle auspicabili aspettative qualitative necessarie e richieste.
Guai a percorrere strade semplificate e dettate, prima ancora che da un'analisi oggettiva di costi-benefici, dall'incapacità di gestire appropriatamente l'oggetto d'Arte in esame.
Quest'ultimo punto deve essere chiaro tanto da non creare equivoci perché troppo spesso, anche attraverso l'inconsapevolezza di qualcuno, si cerca di perseguire quello che altrimenti non si riuscirebbe ad ottenere.
L'egoismo e l'ottusagine di qualcuno, opponibile a tutto quanto di propositivo fin qui elencato, spesso definisce improponibile e infattibile quello che invece è rappresentato dal proprio limite oppure ancora peggio dal proprio interesse.

giuseppe antonio, arch. longhitano. By DelTiepolo.

TEL. 3401663703
addì 14 APRILE 2014




martedì 25 febbraio 2014

Sull'UTILIZZO di RICICLATI INERTI nei CANTIERI di RESTAURO CONSERVATIVO

INTRODUZIONE

Allo scopo di dare indicazioni in merito a quanto è di più attuale in riferimento alla legislazione che interessa i lavori pubblici, ed in particolare, per i cantiere che devono finalizzare il RECUPERO del materiale proveniente dalla Demolizione & Costruzioni possiamo senz'altro indicare, come matrice normativa che ha generato l'interesse di cui trattiamo, l'indicazione vincolante data con delibera del ministero dell'Ambiente del 15 luglio 2005, che impone l'uso nei cantieri di opere pubbliche di materiale riciclato nella misura minima del 30%.
Si sottolinea, che i cantieri di Recupero ai quali noi siamo interessati, per scelta, sono quelli che definiscono il Restauro di Manufatti Storici o che comunque rivestono tale interesse.
In virtù di quest'ultima specifica, per immediato chiarimento, cercheremo di definire come la normativa vigente nella sua complessa espletazione, possa essere correttamente interpretata, al fine di evitare il balordo equivoco di pensare di utilizzare in un Cantiere quindi, in un Manufatto di interesse Storico, materiali come aggregati inerti caratterizzati ma che appartengono ad Altra Realtà Morfologica; scelta che da sola basta per svilire le indicazioni più basilari indicate nella "Carta dei Principi" a partire da quella di Atene fino anche ai contenuti del "Codice dei beni culturali e del paesaggio" indicati nel Decreto Legislativo 22/01/2004 N°42, in particolare vedi comma 4 dell'art.29.

RICICLO E PRODUZIONE dei "RIFIUTI SPECIALI" ALL'INTERNO DEI CANTIERI.
La normativa alla quale si fa riferimento per estrapolazione e per semplificazione è:
D.Lgs. 152/06 , da questo partendo dall'art. 184 possiamo definire le due grosse direttrici date:
dai rifiuti urbani, dai rifiuti speciali.
L'attività che vede l'identificazione dei "Rifiuti Speciali", indicati nell'art. 184 comma 3 lettera b, provenienti dalla demolizione e costruzione D&C possono essere riassunti ancora in due categorie:
"rifiuti speciali" e "rifiuti speciali pericolosi"* (questi ultimi inevitabilmente identificabili come rifiuti da discarica).

LA PROCEDURA
La procedura da perseguire in un Ciclo Virtuoso che vede l'utilizzo di riciclati identificati come "rifiuti speciali" provenienti direttamente dal cantiere dal quale vengono rimossi, rappresenta la massima forma sostenibile applicabile, in specificato modo, peri il minimo impatto ambientale derivabile anche dalla procedura di riciclo che vede principalmente il vantaggio di non spostare mai dal cantiere il materiale prodotto.
In merito alla procedura ed alla normativa vigente, che definisce la possibilità del riciclaggio di materiali provenienti dallo stesso cantiere, segue schematizzazione generale cosi riassumibile:
1 - identificazione e definizione in fase contrattuale, tra la committenza e l'impresa esecutrice, al fine di identificare il PRODUTTORE proprietario ed il DETENTORE dei rifiuti inerti prodotti (più semplicemente bisogna definire contrattualmente se la proprietà dei materiali rimane a carico al committente o all'appaltatore, data a quest'ultimo la gestione amministrativa sarà agevolata);
2 - progettazione, a monte, attraverso anche una programmazione che definisca tutte le fasi amministartive ed esecutive, dei lavori di cui trattasi;
3 - presentazione da parte della ditta esecutrice (stessa ditta appaltante) del Progetto di : DEMOLIZIONE, TRATTAMENTO, RECUPERO; presentata attraverso DIA . Attesa trenta giorni prima dell'inizio alla demolizione, valevole silenzio assenso;
4 - stoccaggio ed analisi preventive per finalizzare l'esclusione certa di sostanze nocive.
5- ottenuti i test delle analisi, si procede dove necessario al TRATTAMENTO previa assunzione di ditta qualificata che attraverso un impianto mobile autorizzato previa comunicazione All'Area Ambientale ASL, Provincia , Comune, 60 giorni prima dell'effettivo inizio del trattamento.
Il processo amministrativo cessa con la comunicazione di fine lavori.

NOTA

Necessita chiarire alcuni aspetti sostanziali che possono differire da una demolizione rispetto ad un altra e che correttamente interpretate possono snellire le procedere amministrative di controllo, quindi diremo:
- definizione del soggetto proprietario dei rifiuti;
- progetto che definisce le procedure di riciclo: dalla demolizione al riutilizzo;
- importanza della demolizione selettiva;
- DA RICORDARE. I materiali identificati come rifiuti speciali inerti non pericolosi, definiti secondo l'art.2 comma 1 lettera e del D.lgs. 13 gennaio 2003, N°36 sono prodotti che non subiscono alcuna trasformazione fisica, chimica o biologica significativa, quindi in forza di ciò, anche nel caso di conferimento a discarica, non necessitano di caratterizzazione (vedi art.5 comma 1 lettera a del D.Lgs. del 3 agosto 2005); questa considerazione sulla normativa aggiunta alla specifica esplicativa inerente il significato di "TRATTAMENTO" da sola basta per semplificare le procedure amministrative in considerazione anche alla possibilità di interpretazione della sola riduzione volumetrica e separazione dalle frazioni estranee dei riciclati speciali lavorati che possono con una attenta lavorazione selettiva, essere indicati come "sotto prodotti" aventi le stesse caratteristiche e qualità delle materie prime impiegabili e provenienti da cava.

CONCLUSIONE

Il quadro legislativo complesso, anche se interpretabile, non basta da solo ad affrontare l'argomentazione e l'esecuzione, occorre affidarsi a professionalità esperta che oltre alla elaborazione del Progetto per Demolizione-Trattamento-Recupero, quindi tutte le fasi di intervento programmabile, abbiano competenze specifiche sulla "formulazione di malte naturali” che devono essere composte con “mix da cantiere” complementato in quota percentuale con gli inerti provenienti dal riciclo. Quest'ultima nota resta salva anche nel caso si pensi, in maniera semplicistica, di adoperare "materie prime seconde" certificate e provenienti da altre realtà ( cosa non accettabile per Cantieri di Interesse Storico per i motivi in fase introduttiva esposti).

Resto a disposizione di chiunque abbia la necessità di Confrontarsi o avere Consulenza Specifica.

giuseppe antonio, arch. longhitano. By DelTiepolo.

TEL. 3401663703

normativa enunciata:

- delibera del Ministero dell'Ambiente del 15 luglio 2005;
- "Codice dei beni culturali e del paesaggio" Decreto Legislativo 22/01/2004 N°42, comma 4 dell'art.29.
- D.Lgs. 152/06 art. 184, comma 3 lettera b;
- l'art.2 comma 1 lettera e del D.lgs. 13 gennaio 2003, N°36;
- art.5 comma 1 lettera a del Decreto del 3 agosto 2005;

La necessità di figura professionale come il "TECNOLOGO MALTE PER FORMULAZIONE" definisce l'utilizzo certo dei RICICLATI INERTI IN CANTIERE.

SOSTENIBILITA' AMBIENTALE e GLOBALIZZAZIONE per la SALVAGUARDIA dell'AMBIENTE e dell'UMANITA'.

Come per qualunque argomentazione, la necessità di stabilire le linee guida, per una comprensibilità condivisa, non può essere disattesa per una cosi forte ed attuale tesi come quella della "Sostenibilità".

L'uomo, attraverso l'evoluzione tecnologica, la ricerca innovativa incontrollata, la volontà di trasformazione ma con più certezza la volontà di un consumismo sfrenato, ha delineato la perdita di controllo dell'eco sistema fino al punto da non avere consapevolezza e riscontro dell' utilizzo delle materie prime, necessarie ed usate per la trasformazione, dimostrando scarsa attenzione alla possibilità certa di esaurimento della risorse naturali oltre ad un inquinamento dell'ambiente dilagante che rischia di soffocarci.
Risulta ovvio che: gli effetti devastanti e generati da una continua produzione e trasformazione di prodotti ottenuti senza un'organica programmazione non possano più essere perseguiti.
Necessita, come di fatto è in atto, una radicale trasformazione sostenibile, che segna le sue affermazioni di radici e consapevolezza nella: " Conferenza sull'Ambiente Umano" tenuta a Stoccolma dalle Nazioni Unite del 1972 e certo non trascurabile il "Rapporto Brundtland" del 1987.

Da quella conferenza la convinzione che bisogna intervenire e sensibilizzare allo scopo di finalizzare un ciclo completo che generi un processo definito che attraverso linee guida di continuità e controllo, possano gestire integralmente, a partire dall'idea che definisce un prodotto abbia come chiave: l'utilizzo la sua durabilità ed il suo riciclo, comne forza costante che accompagna i ravveduti .
Il tutto gestito in maniera tale da garantire un ciclo organico chiuso che riduca al minimo o tenda allo zero lo scarto come rifiuto e garantisca la qualità dell'ambiente.
Il rifiuto da scarto è l'atto conclusivo di qualunque ciclo, preferibilmente, da scongiurare comunque da controllare; non è un caso che la riciclabilità sia un altro tema correlabile e strettamente connesso al tema trattato.

Il concetto di sostenibilità non può prescindere da quello di globalizzazione in atto, quest'ultima è forse la forza generatrice della sensibile crescita individuale e comunitaria che mira dritta verso la salvaguardia dell'ambiente e della stessa umanità.
Umanità che si è trovata catapultata nella nuova visione della società contemporanea che da sfrenata e consumista cerca di far nascere una nuova società matura che, attraverso la conservazione trova radici nella sua consapevolezza storica; quest'ultima necessaria per la giusta visione dell'intera esistenza umana.

La nuova società si affaccia verso un nuovo mondo in totale trasformazione.
Questa Nuova Società è consapevole di dovere gestire Il suo operato diligentemente nel rispetto dell'utilizzo delle risorse umane e dei materiali naturali. Società che si muove nel convincimento di operare anche attraverso la salvaguardia delle generazione future, al fine di garantire e garantirsi la continuità umana attraverso un controllo dell'eco sistema che come involucro ci ospita e ci offre le sue potenzialità .
Queste risorse devono essere sfruttate nel rispetto della rigenerazione delle stesse al fine di scongiurarne l'esaurimento ed attraverso metodiche di trasformazione ad impatto prossimo allo zero a tutela dell'ambiente.

L'individuo come matrice del tutto, necessità che diventi esso stesso diligentemente sostenibile. Necessita comprendere che l'essere umano è parte integrante dell'ambiente, che appartiene a tutti, ed è lui che vivendolo lo trasforma quotidianamente.

Risulta ovvio come esistano dei fatti sostanziali che determinino l'esigenza di un intervento sostenibile.
Tre i fondamentali filoni:
1 - la nascita di un nuovo prodotto,
2 - il mantenimento in vita di un prodotto esistente e per il quale è stato generato .
3 - il riciclo del prodotto nella speranza di una nuova vita.

Per tutti e tre i casi lo scarto, generato dai tre cicli, rappresenta un indice fondamentale per comprendere cosa si intenda per processo sostenibile.

Possiamo dire:
- "più lo scarto è prossimo allo zero più il nostro operato può essere definito sostenibile; quindi quanto più il nostro operato è capace di generare, mantenere, riciclare un prodotto, mantenendo minimi i consumi inutili e nocivi, più sostenibile sarà il nostro intervento.
È evidente come emerga che l' opera più è necessaria più essa si muove nel rispetto dell'ambiente, meno consumi si generano per l'ottenimento dello stesso più l'oggetto stesso è sostenibile; quindi "metodo di sostenibilità",
- massimizzazione della qualità con il minimo impegno di risorse intese come consumo di materie prime,
- ancora possiamo dire che le materie necessarie per generare il prodotto più appartengono al mondo naturale, non derivato da trasformazione industriali, più esso steso è sostenibile.
- ancora la possibilità di controllo del prodotto alla fine del ciclo vitale per il quale è stato generato, pensato per una nuova rinascita, ridurrebbe a rifiuto da scarto il minimo auspicabile, traducendo il tutto in un utilizzo minimo di discariche a salvaguardia certa dell'ambiente.
Cosa assolutamente fondamentale, nella convinzione della ricerca sostenibile, è data dalla minimalizzazione dell'impatto ambientale misurabile con diversi parametri ma certamente il fondamentale investe: la salvaguardia e la bonifica continua dell'ambiente stesso.
Nell'interpretazione generica e superficiale del rispetto delle risorse naturali, sembrerebbe, paradossalmente, che le stesse risorse naturali non vadano utilizzate; meno consumo nel rispetto dell'ambiente di prodotti industriali a favore delle risorse naturali significa invece, che la sostenibilità è:
- meno inquinamento, attraverso l'uso appropriato di risorse naturali per il benessere globale non ultimo quello della qualità della vita e la salvaguardia dell'umanità.

Diremo meglio:

"l'utilizzo di materie prime naturali con il minimo investimento energetico al fine di ottenere un prodotto più prossimo al chilometro zero capace di essere programmato anche per un nuovo ciclo di vita che eviti o minimizzi il generare rifiuti da scarto per il benessere collettivo tendente all'ottimizzazione sostenibile ambientale globalizzata".

giovedì 2 gennaio 2014

CARTA DEI PRINCIPI per il RESTAURO e la CONSERVAZIONE SOSTENIBILE: incontro del 27 dicembre 2013 IL DECORO URBANO DEI...

CARTA DEI PRINCIPI per il RESTAURO e la CONSERVAZIONE SOSTENIBILE: incontro del 27 dicembre 2013 IL DECORO URBANO DEI...: Il decoro urbano dei Centri Storici.. Le riflessioni sul Decoro Urbano spingono ad identificare le finalità da perseguire per ottenere t...

incontro del 27 dicembre 2013 IL DECORO URBANO DEI CENTRI STORICI

Il decoro urbano dei Centri Storici..

Le riflessioni sul Decoro Urbano spingono ad identificare le finalità da perseguire per ottenere tale intendimento.

Il significato attibuibile:
per decoro urbano può intendersi tutto quello che rientra in una auspicata qaulifica del contesto urbano e di quello che in esso è contenuto.
I soggetti coinvolti sono:
coloro che vivono il contesto urbano, coloro che modificano il contesto urbano con l' ordinario uso, coloro che sono tenuti attraverso gli strumenti attuativi a mantenere e modificare il contesto urbano.

Dalle brevi identificazioni sopra elencate si evince che coloro che godono del contesto urbano e quindi degli elementi che in esso soni contenuti, possono riassumersi come:
fruitori occasionali, fruitori ordinari, fruitori proprietari.

È evidente come emerga che la Committenza preposta per il Mantenimento ed il Restauro dei Centri Urbani possa essere definita come sotto indicato, seguendo una nuova interpretazione della Proprietà Indivisa; quindi avremo:
A - effettivamente prorpietaria di un manufatto,
B - semplice fruitore inteso come Individuo che usufruisce del contesto urbano.
Esso quindi può essere identificabile come una Nuova Figura Sociale proprietaria dei luoghi e delle Cortine Prospettiche inseribili in una nuove visione, appunto, di roprietà indivisa.
Biisogna specificare come il concetto di proprietà indivisa, intesa come bene comune, assuma un significato profondo in riferimento ai doveri di Manutenzione e Restauro del Contesto Urbano e Manufatto Storico e Storicizzabile.
Risulta importante quindi intendere:
il luogo ambiente inteso come bene comune;
le Cortine Prospettiche intese come bene comune;
individui che godono del bene comune;
la manutenzione del bene comune, per opera dei soggetti fruitori;
la manutenzione del bene comune per opera degli enti preposti;
Il restauro atto al mantenimento del bene comune;
la trasformazione del bene comune.
Interventi manutentivi ordinari.
Interventi manutentivi straordinari.
1 identificazione dell'opera.
2 identificazione delle opee di intervento.
ARGOMENTO SOSTANZIALE:
FORMAZIONE INDIVDUALE, SENSIBILIZZATA VERSO IL BENE COMUNE DA SALVAGUARDARE ATTRAVERSO CAPACITÀ DI LETTURA CULTURALE E OPPURTUNA CAPACITÀ di riconoscere un intervento manutentivo di qualità conforme alla morfologia dei luoghi.

QUAL'È l'intervento di qualità?
Quali soni gli interventi ordinari manutentivi?
Chi è preposto ad intervenire sul decoro ed il rirpistino ambientate?

Elenco Sostanziale. Analisi dei Centri storici

1 - DECORO URBAMO DEI CENTRI STORICI. INTONACI E LAPIDEO.
2 - RISPOSTA MORFOLOGICA RAPPORTO TRA MANUFATTO E TERRITORIO, la necessita di utilizzo di materiali naturali ottenuti per formulazione.
3 - QUALITÀ CROMATICA RISPOSTA MATERICA.
4 - QUALI SCELTE PER IL DECORO URBANO.
5 - MATURITÀ INTELLETTUALE IN CONFORMITA' AD UNA RICHIESTA CONSAPEVOLE CHE MIRA AD INTERVENTI DI QUALITÀ.
6 - DECORO SECONDO VIVIBILITA' SOSTENIBILE .
7 - QUALITÀ AMBIENTALE come RISULTATO DI CONSAPEVOLE MANUTENZIONE E RESTAURO.
8 - MANUTENZIONE-RESTAURO-CONSERVAZIONE/FRUITORE-MANUTENTORE-RESTAURATORE.
9 - CONTESTO URBANO-AMBIENTE APERTO PIAZZE-PARCHI; EDILIZIA-MANUFATTO-MONUMENTO.

QUALITÀ URBANA AMBIENTALE
Ambiente non inquinato assenza di contaminanti.
MANUFATTI manutenzione e restauro, sensibilità ed interventi consoni.
QUALE DECORO?
RESPONSABILITA' CONFINI DI PROPRIETA' concetto del BENE COMUNE. LA RIPARTIZIONE DEI COSTI DI MANUTENZONE.

Addi 27 dicembre 2013
arch. Giuseppe Antonio Longhitano By DelTiepolo
E-Mail archgalonghitano@gmail.com
Cell. 3401663703